Come sarà l’auto del futuro? Le auto saranno completamente elettriche? Saremo ancora noi a guidare?
Un tempo il diciottenne cercava nell’automobile stile e potenza, mentre oggi le pulsioni da soddisfare sembrano cambiate radicalmente.
Quali siano esattamente non è ancora chiaro, ma è evidente che tematiche quali sicurezza, ecologia e multimedialità debbano ricoprire un ruolo più importante rispetto al passato. Tali aspetti emergono soprattutto tra i nuovi trend del mercato automobilistico, ma al tempo stesso sembrano rispondere a qualcosa di più profondo, ad un cambiamento più radicale dell’immaginario collettivo attorno alle quattro ruote e al modo di concepire lo spazio in cui abitiamo.
Finalmente, c’è spazio e volontà per immaginare l’auto del futuro.
Propulsione elettrica
Negli ultimi tempi si parla parecchio delle auto elettriche: c’è chi si schiera a favore rimarcando i vantaggi in termini ambientali e chi le denigra per le presunte prestazioni non all’altezza di quelle a propulsione con idrocarburi.
Eppure, considerando le proposte sulle propulsioni innovative, sembra essere l’unica via in grado di raggiungere le masse, disegnando una rivoluzione storica sotto molti punti di vista. Un’aumentata sensibilità ecologica, oltre alla necessità di ridurre al massimo le emissioni nell’atmosfera, rendono tale soluzione come l’unica percorribile per lo sviluppo dell’auto del futuro. Sebbene ad oggi le soluzioni ibride rappresentano ancora un compromesso intelligentemente pragmatico, un pizzico di coraggio permetterà di andare anche oltre questa attuale fase di transizione.
Materiali e sicurezza
La struttura portante dell’auto del futuro dovrà rispondere a due ferme necessità: un minor impatto ambientale in fase di produzione e in fase di smaltimento, e una maggiore resistenza agli urti e alle sollecitazioni a garanzia dell’incolumità dei passeggeri.
Inoltre, la moltiplicazione di sensori potrà rendere l’autovettura un elemento organico in grado di reagire a stimoli improvvisi e a situazioni specifiche, coadiuvando la guida soprattutto laddove possibili alterazioni della “normalità” possano definire ipotetiche situazioni di rischio immediato.
Connettività
Questa è una certezza: l’auto sarà connessa.
Grazie alla connettività, l’utente potrà portare sulla propria vettura le amicizie, l’agenda, le informazioni del web, gli aggiornamenti, l’ufficio e la vita privata.
L’auto non può essere un angolo isolato dalla dimensione quotidiana della persona, poiché il rischio è che tale isolamento divenga un limite. Un rischio, però, si delinea all’orizzonte. Nel momento in cui l’auto e il computing andranno ad incontrarsi, i produttori delle quattro ruote avranno a che fare con aziende (le solite Apple, Facebook, Google ecc…) ben più esperte in termini di software e progettazione di interfacce. Possiamo intuire come i big del computing tenteranno di colonizzare l’auto e, al contempo, i big dell’automotive tenteranno di tenere fuori i nuovi rivali. La guerra è in atto, ma si combatte per ora soltanto in ambito multimediale.
Intelligenza a bordo
Le vetture saranno sempre più in grado di dialogare con l’utente, oppure di offrire piccoli servizi aggiuntivi tali da rendere più “invisibile” e fluido il contatto tra uomo e macchina. I veicoli saranno autonomi in alcune circostanze, ad esempio su strade rurali senza ingorghi, semafori non funzionanti, incidenti stradali. Saranno inoltre introdotti dei particolari sistemi automatizzati con priorità rispetto ai comandi umani. Le cinture di sicurezza e il servosterzo saranno quindi in grado di monitorare le funzioni vitali: questo perché si sa, in automobile può succedere di tutto, e non sempre si ha la prontezza o la possibilità di chiamare i soccorsi, soprattutto se si è da soli.
La Tesla Model S, ad esempio, si avvia non appena il conducente è pronto a partire, grazie ad una chiave intelligente che non deve più essere né inserita né accostata, (i veicoli potranno essere avviati al comando della nostra voce, via riconoscimento dei nostri occhi oppure tramite impronta digitale).
Telecamere e specchietti
Gli specchietti manterranno la loro funzione pur diventando qualcosa di differente, scindendo in due quel che uno specchio è in grado di fare naturalmente: cattura dell’immagine e proiezione della stessa in modo contestuale attraverso monitor.
L’esperienza per l’utente cambia in modo radicale: a che serve ruotare il collo quanto si ha un monitor comodo di fronte a sé in fase di retromarcia? E ancor di più: a cosa serve imparare il parcheggio in retro se è l’auto stessa a poter gestire con comodità un passaggio di questo tipo? Questo garantirà una visione più comoda e una maggiore attenzione sulla strada, il che non potrà che essere ben accolto da chiunque valuti l’acquisto di una vettura.
L’uomo al centro
L’auto è destinata ad arricchirsi di sensori di ogni tipo: telecamere per la visione laterale e posteriore, elementi in grado di valutare le distanze degli ostacoli, strumenti per il controllo dell’attenzione durante la guida, monitor per facilitare il controllo di tutti gli elementi principali e molto altro. Tutto, però, con un comune denominatore: la tecnologia deve essere al servizio dell’uomo e non viceversa.
I costruttori automotive sono indietro sui dati downstream
Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma per le aziende del settore. Quella di convogliare, accumulare e analizzare i dati relativi alle abitudini dei consumatori è stata finora una scelta esercitata soprattutto dalle aziende tecnologiche. Se, invece, anche i player dell’automotive iniziassero ad accumulare e impiegare i dati degli utenti (i km percorsi, lo stile di guida, le necessità di approvvigionamento) potrebbero sicuramente ampliare il proprio business.
In Germania, per esempio, si è realizzata un’alleanza strategica tra un consorzio che riunisce i tre principali costruttori dell’automotive con società di mapping che consente al guidatore, tramite geolocalizzazione, di individuare anche ristoranti e luoghi d’interesse mentre è al volante, proprio come fanno le digital company.
L’auto del futuro avrà anche un nuovo design, bilanciato tra le esigenze culturali della domanda e le nuove opportunità che offre la tecnica alle case produttrici: a rischio anche il tradizionale aspetto antropomorfo delle vetture odierne.